MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-11

 

 

ST

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Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

 

AVVENIRE

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2010-02-11

 

 

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2010-02-11

anniversario della Rivoluzione islamica. oscurato il servizio gmail

Iran, l'Onda verde torna in piazza

Twitter: "Uccisi 3 manifestanti"

Aggrediti Karrubi e Khatami, tra i fermati la nipote di Khomeini. Ahmadinejad: "Obama asservito a Israele"

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Twitter: "Uccisi 3 manifestanti"

Aggrediti Karrubi e Khatami, tra i fermati la nipote di Khomeini. Ahmadinejad: "Obama asservito a Israele"

Folla nella piazza centrale di Teheran per il discorso di Ahmadinejad (Ap)

Folla nella piazza centrale di Teheran per il discorso di Ahmadinejad (Ap)

TEHERAN - L'Iran festeggia il trentunesimo anniversario della rivoluzione islamica e gli oppositori tornano in piazza. Come si temeva le manifestazioni si sono presto trasformate in scontri, a causa della massiccia mobilitazione di poliziotti e miliziani Basiji, che hanno sparato in aria e sulla folla. Sarebbero tre i manifestanti uccisi: la notizia circola su alcuni blog e su Twitter ed è stata riferita in diretta alla radio Epersian da un ascoltatore. I morti sarebbero Leyla Zarei, una donna di 27 anni uccisa da un colpo d'arma da fuoco sulla piazza Vali Asr a Teheran, una persona non identificata nel quartiere di Shararak-e Gharb nella capitale, e un'altra a Shiraz. Sui blog c'è anche il nome del presunto assassino di Leila Zarei: Raheem Rezaei, un Basiji. Nessun organo ufficiale ha confermato la notizia.

SASSI CONTRO IL CARCERE - L'Onda verde dei contestatori è scesa in piazza per la prima volta dopo la repressione del 27 dicembre (almeno otto morti) e a otto mesi dall'inizio delle proteste seguite alla rielezione di Ahmadinejad, culminate con l'impiccagione di due persone a fine gennaio. Contro i manifestanti, scesi in strada a decine di migliaia fin dalle prime ore del mattino nel centro di Teheran (guarda), sono stati lanciati lacrimogeni e sparati dei colpi. I feriti sarebbero diverse decine. Un video pubblicato su YouTube mostra i dimostranti dell'opposizione mentre intonano "Morte al dittatore" e lanciano sassi contro le forze di sicurezza schierate di fronte al carcere di Evin a Teheran. Molti dimostranti hanno il volto coperto dalle sciarpe, verdi simbolo del movimento di protesta, alcuni sono armati con mazzafionde. Si sentono grida e dei colpi, forse collegati al lancio di lacrimogeni da parte della polizia. Il carcere è diventato un simbolo dell'opposizione: lì è imprigionata gran parte dei detenuti politici. In un altro video si vede un gruppo di manifestanti che abbatte un poster dell'ayatollah Ali Khamenei e poi lo calpesta.

SCONTRI CON LA POLIZIA - Un altro gruppo si è diretto verso il palazzo della tv di Stato: anche lì, come in molte altre parti della capitale, testimoni riferiscono di duri scontri con le forze dell'ordine. Alcuni giovani dimostranti hanno fermato un autobus carico di miliziani e dopo aver fatto scendere le persone a bordo hanno incendiato il mezzo. È successo in via Arya-Shahr, dove sono in corso duri scontri. Ai giornalisti stranieri non è consentito seguire i cortei, dunque anche in questa occasione tutte le notizie arrivano dalle testimonianze pubblicate su internet. Gli oppositori sono scesi in piazza anche nelle città di Isfahan, Mashhad, Ahwaz e Shiraz. Qui, come a Teheran, le forze di sicurezza sparano proiettili di vernice per identificare i dimostranti.

AGGREDITI KARRUBI E KHATAMI - Il leader riformista Mehdi Karrubi e l'ex presidente Mohammad Khatami sono stati aggrediti dalle forze di sicurezza mentre si apprestavano a prendere parte alle celebrazioni. Karrubi è rimasto ferito alla testa: "La sua auto è stata attaccata dalle forze di sicurezza e dai Basiji, i vetri infranti" riferisce il sito Parleman News. L'episodio è avvenuto in Ashrafi Esfahani Street, ci sarebbe stato un confronto fisico tra le guardie del corpo del leader riformista e gli aggressori. "Karrubi è in buone condizioni, ma è stato costretto a salire su un'altra auto e lasciare la manifestazione" aggiunge il sito. Anche Khatami è stato costretto ad allontanarsi da piazza Azadi, quando i miliziani hanno gridato slogan contro di lui. Inoltre, secondo fonti dell'opposizione, sono stati fermati il figlio di Karrubi, Ali, il fratello di Khatami Mohammad Reza (ex vice presidente riformista del Parlamento) e sua moglie Zahra Eshraqi, nipote dell'ayatollah Khomeini. Gli ultimi due sono stati rilasciati poco dopo ma le forze di sicurezza hanno impedito loro di unirsi ai manifestanti.

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QUESTIONE NUCLEARE - In piazza Azadi si tengono le celebrazioni ufficiali, con il discorso del presidente Mahmud Ahmadinejad. Ingente lo spiegamento di forze di sicurezza, sia poliziotti sia miliziani Basiji. Tutte le vie d'accesso alla piazza sono stretto controllo. I partecipanti ai cortei ufficiali gridano slogan di sostegno alla Guida suprema Ali Khamenei, "Morte a Israele" e "Morte all'America", sventolando bandiere nazionali. Nel suo intervento Ahmadinejad ha detto che le potenze occidentali usano le questioni del nucleare e dei diritti umani come pretesti perché "vogliono eliminare la libertà e l'indipendenza dell'Iran". E ha aggiunto che è stato completato nel sito di Natanz l'arricchimento al 20% del primo pacchetto di uranio. L'Iran può arricchire l'uranio fino all'80%, spiega il presidente, ma non lo farà. Però intende triplicare presto la produzione di uranio arricchito al 3,5%.

"OBAMA ASSERVITO A SIONISTI" - Quindi un attacco a Obama e a Israele: il presidente americano "sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto. Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush - ha affermato Ahmadinejad -, non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo l'occasione". Parlando di Israele il presidente ha detto che "il regime sionista si avvicina alla sua distruzione". Il tutto avviene sullo sfondo delle crescenti pressioni della comunità internazionale, che minaccia di inasprire le sanzioni. L'Unione Europea ha inoltre "condannato con forza" le manifestazioni ostili davanti alle ambasciate italiana e di altri Paesi europei. In segno di protesta l'ambasciatore italiano Alberto Bradanini e altri diplomatici della Ue non partecipano al ricevimento organizzato per l'anniversario odierno.

"DISTRUGGEREMO ISRAELE" - Anche mercoledì sera, in un colloquio telefonico con il presidente siriano Bashar al-Assad, Ahmadinejad era tornato ad attaccare Israele, spiegando che l'Iran resisterà a un'eventuale attacco militare nella regione mediorientale e che sarà l'occasione per eliminare il Paese. "Distruggeremo Israele una volta per tutte se verremo attaccati dai sionisti. Abbiamo informazioni attendibili che il regime sionista sta cercando un modo per compensare le sue ridicole sconfitte a Gaza e in Libano - ha detto il presidente iraniano -. Se il regime sionista dovesse ripetere i propri errori e avviare una operazione militare, questa dovrà essere respinta con tutta la forza per porre fine una volta per tutte a tale regime". Ahmadinejad, che ha spesso minacciato di voler cancellare "il regime sionista dalle mappe geografiche", ha aggiunto che l'Iran rimarrà al fianco di Siria, Libano e Palestina.

APPELLI CONTRO LA VIOLENZA - Sul fronte interno, la tensione è altissima. Nei giorni scorsi gli ex candidati rivali di Ahmadinejad, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karrubi, avevano invitato i propri sostenitori a manifestare ma senza cedere alla tentazione della violenza. Lo stesso ha fatto l'ex presidente riformista Khatami. Le forze di sicurezza hanno avvertito che non saranno tollerate manifestazioni di dissenso e in un discorso pronunciato tre giorni fa la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che le celebrazioni saranno "un pugno in faccia ai nemici". Il capo della polizia, Esmail Ahmadi-Moqaddam, ha spiegato che sono state adottate "tutte le misure" per impedire che siano gridati slogan anti-governativi o esibiti simboli dell'opposizione. Appelli perché le manifestazioni dell'opposizione non vengano represse con la violenza sono stati rivolti alle autorità iraniane da diversi Paesi occidentali e da Amnesty International. "Ci appelliamo un'ennesima volta alle autorità iraniane perché non accadano terribili scene di violenza e di repressione che ci preoccupano molto" ha detto il ministro Frattini. Intanto Teheran ha annunciato che un altro oppositore è stato condannato a morte: le sentenze capitali salgono così a dodici.

OSCURATA GMAIL - Alla vigilia delle celebrazioni c'è stata anche una nuova stretta su internet da parte del regime: l'agenzia per le telecomunicazioni ha oscurato Gmail, il servizio di posta elettronica di Google. L'annuncio della "sospensione permanente" del servizio, di cui hanno dato notizia il Wall Street Journal e la Fox, è arrivato in contemporanea a quello del lancio di un servizio di e-mail nazionale. Dalla sua sede di Mountain View, Google ha confermato di avere avuto notizia di "difficoltà di accesso" da parte di internauti iraniani, ma non per problemi tecnici. "Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte dei nostri clienti iraniani - ha detto un portavoce di Google - che hanno problemi con la loro casella postale Gmail. Confermiamo che ci sono forti cali di traffico e abbiamo verificato che non sono dovuti a problemi di natura tecnica". Dura la reazione degli Usa: "L'Iran sembra deciso a negare ai suoi cittadini l'informazione, ma gli iraniani sapranno trovare come superare gli ostacoli" ha commentato il portavoce del Dipartimento di Stato P. J. Crowley. Infatti giovedì mattina alcuni hacker sono riusciti a oscurare i tre principali siti filo governativi: Fars News, Irna e Press Tv.

CONFISCATE PARABOLE - Fonti governative iraniane hanno spiegato che la misura contro Gmail mira a rafforzare lo sviluppo locale di internet e "costruire fiducia tra cittadini e governo". Non è la prima iniziativa delle autorità contro il gigante di Silicon Valley: recentemente è stato bloccato l'accesso a Google Translate, che aveva offerto da giugno, dopo le elezioni, il servizio di traduzione dall'inglese in farsi e viceversa. Alla vigilia delle celebrazioni ci sono state anche altre misure: la polizia ha confiscato le parabole del satellite dai tetti delle case, secondo siti internet dell'opposizione, e alcuni iraniani hanno detto che i loro cellulari sono stati controllati e in certi casi sequestrati.

SISTEMA ANTI-MISSILE - Sul fronte delle sanzioni, tornate di forte attualità dopo che Teheran ha avviato l'arricchimento dell'uranio al 20% e in attesa di un'eventuale decisione delle Nazioni Unite (sulla quale però pesa il possibile veto della Cina), gli Stati Uniti hanno già adottato misure restrittive selettive contro quattro società e una persona legate ai Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione. "Credo che sia il tempo delle sanzioni" ha detto il ministro Frattini: parole condivise dal premier Berlusconi. Ma Teheran non si ferma e ha annunciato, tramite l'emittente in lingua inglese Press Tv, di aver messo a punto un sistema anti-missile. Il generale Sayyed Mohammad Alavi, vice comandante dell'aeronautica militare, ha spiegato che in questo modo un missile potrà essere intercettato e deviato dal bersaglio preso di mira. Inoltre sono stati messi a punto "proiettili intelligenti" e armi a lunga gittata.

Redazione online

11 febbraio 2010

 

 

REPUBBLICA

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2010-02-11

Oggi l'anniversario della rivoluzione islamica, la capitale presidiata dalle milizie

Il presidente minaccia Israele e attacca Obama: "Sta perdendo occasioni e serve i sionisti"

Iran, spari sulla folla che protesta

Blog: "Tre persone uccise negli scontri"

Su Twitter le testimonianze degli oppositori: "Due morti a Teheran e uno a Shiraz"

Aggrediti il leader riformista Karroubi e l'ex presidente Khatami

Iran, spari sulla folla che protesta Blog: "Tre persone uccise negli scontri"

Paramilitari delle milizie Basij

TEHERAN - Cariche con lacrimogeni e spari sulla folla nel 31esimo anniversario della rivoluzione islamica. Le testimonianze arrivano tramite il tam tam di Twitter, e dai blogger arrivano le notizie di tre morti tra i manifestanti, due a Teheran e uno a Shiraz. La Cnn riferisce che nelle strade "circolano pick-up che diffondono slogan pro-governativi attraverso gli altoparlanti". Duro discorso del presidente Ahmadinejad alla manifestazione commemorativa ufficiale: nuove minacce a Israele, accuse a Obama e l'annuncio: ultimata la prima partita di uranio arricchito.

Blogger: 2 morti a Teheran e uno a Shiraz. Due morti a Teheran e uno a Shiraz, nell'Iran centrale. E' il bilancio provvisorio e non ufficiale fornito dai blogger iraniani sul social network Twitter. Mentre sta prendendo sempre più consistenza la notizia della morte di Leila Zarei, 27 anni, che sarebbe stata colpita da una pallottola nei pressi di piazza Vali Asr, a Teheran, ci sono notizie di un'altra persona, non ancora identificata, che sarebbe stata uccisa sempre nella capitale, a piazza Shahrak Gharb. Blogger iraniani riferiscono infine che anche a Shiraz ci sarebbe una vittima.

Cariche contro l'opposizione. Secondo diversi siti web, migliaia di sostenitori dell'opposizione si sono riuniti vicino alla piazza, malgrado i moniti e le minacce delle forze dell'ordine pronte a reprimere ogni manifestazione non approvata ufficialmente. Un sito dell'opposizione ha riferito che durante una manifestazione organizzata dall'onda verde le forze dell'ordine hanno sparato colpi d'arma da fuoco e lanciato gas lacrimogeni. Attaccata anche l'auto di uno dei leader dell'opposizione, Mehdi Karroubi: infranti i finestrini e picchiato il leader riformista, che però sarebbe incolume e già tornato a casa. Lo stesso sito Jaras ha riferito che le forze dell'ordine hanno preso di mira anche l'ex presidente Mohammad Khatami, costretto ad allontanarsi quando miliziani Basiji hanno cominciato a gridare slogan contro di lui. Fonti dell'opposizione riferiscono inoltre che una nipote dell'ayatollah Ruhollah Khomeini, Zahra Eshraghi, e suo marito, ex vice presidente riformista del Parlamento e fratello dell'ex presidente Mohammad Khatami, sono stati prima fermati e poi costretti ad allontanarsi. Un altro sito conferma poi l'arresto di Ali Karroubi, figlio dell'ex candidato riformista. E ancora dal web arriva la notizia dell'aggressione a Zahra Rahnavard, moglie del leader dell'opposizione iraniana Mir Hossein Mussavi, picchiata da miliziani in borghese mentre cercava di unirsi a una manifestazione di protesta. Il sito scrive che anche Mussavi è stato fermato, ma non aggredito fisicamente, mentre cercava di raggiungere piazza Azadi.

 

Twitter: scontri a Teheran e proteste in altre città. Il tam tam su Twitter riferisce di scontri tra forze dell'ordine e dimostranti dell'opposizione sono in corso a Teheran, mentre altre dimostrazioni avvengono nelle città di Isfahan e Shiraz. "Le forze di sicurezza attaccano la folla mentre si muove tra le strade della capitale", scrive il sito web Parlamanews, sottolineando che l'episodio più grave è l'aggressione a Karroubi, ma che episodi simili "si sono verificati in numerosi posti". Altri scontri si sarebbero verificati nei pressi di piazza Azadi. Secondo i testimoni, gli agenti starebbero utilizzando proiettili di vernice per poi poter individuare gli oppositori. Secondo alcuni 'twit' "ci sono almeno dieci feriti nei pressi di Arya-Shahr". A Isfahan, dove sono in corso manifestazioni dell'opposizione riferisce la Cnn, secondo i testimoni la polizia in assetto anti-sommossa ha sparato in aria e lanciato lacrimogeni per disperdere la folla. Altre dimostrazioni sono in corso a Shiraz.

Twitter: 10mila in marcia verso prigione Evin. Sempre il tam tam su Twitter riferisce che sarebbero almeno diecimila i manifestanti che si stanno dirigendo verso il carcere di Evin, a Teheran. Il carcere di Evin, a nord della capitale iraniana, è divenuto un simbolo dell'opposizione: è in questo penitenziario che sono imprigionati la gran parte dei detenuti politici. Secondo i testimoni, la zona è presidiata in forze da basiji e forze di sicurezza. Altre fonti indicano che un altro gruppo di dimostranti si sta dirigendo verso il palazzo della tv di Stato.

Regime blocca Gmail, hackers oscurano siti governativi. E proprio per evitare il tam tam via internet che in passato ha permesso agli oppositori di organizzarsi, il regime ha bloccato anche il servizio di posta elettronica Gmail, molto usato dall'opposizione. Google ha confermato almeno in parte la notizia, che era stata data ieri sera da Wall Street Journal. E' stato inoltre vietato l'accesso ai media stranieri a tutte le manifestazioni pubbliche. Intanto i tre principali siti governativi iraniani, Farsnews, Irna e Presstv, da stamattina non sono accessibili al pubblico. Secondo i siti riformisti Rahesabz e Cyrusnews, gli hacker dell'opposizione sarebbero riusciti a oscurare momentaneamente questi tre siti filogovernativi.

Il discorso di Ahmadinejad. Durante il discorso il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha parlato della questione nucleare annunciando che il primo 'pacchetto' di uranio arricchito al 20 per cento è stato completato nel sito di Natanz. Le operazioni erano cominciate martedì, dopo che l'Iran, nei mesi scorsi, aveva rifiutato una proposta d'accordo con le grandi potenze per fare arricchire all'estero l'uranio. "In cambio - ha affermato Ahmadinejad, parlando davanti a centinaia di migliaia di persone - volevano portarci via il nostro uranio arricchito a più bassi livelli. Un segno del loro atteggiamento egemonico". Il presidente ha poi precisato che l'Iran ha le capacità di arricchire l'uranio anche oltre il 20 per cento, ma non lo farà, e ha chiarito che Teheran ha però intenzione di "triplicare presto la sua produzione" di uranio arricchito al 3,5 per cento.

Accuse a Obama: "Asservito a Israele". Parlando poi di Israele, il presidente iraniano ha detto che "il regime sionista si avvicina alla sua distruzione". Ahmadinejad ha quindi puntato il dito sul presidente americano Barack Obama dichiarando che "sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto" e che sta servendo ''gli interessi di Israele''. "Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush - ha affermato Ahmadinejad - non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto".

Nuove minacce contro Israele. Ahmadinejad ha scelto proprio questa giornata per mettere in guardia Israele dal dare il via a una nuova operazione militare nello scacchiere mediorientale. In quel caso - ha detto - sarà distrutto per sempre. In una conversazione telefonica avvenuta ieri sera con il presidente siriano, Bashar al-Assad, Ahmadinejad ha sostenuto di avere "informazioni attendibili" sul fatto che Israele voglia "trovare un modo per compensare le ridicole sconfitte (subite) dalla popolazione di Gaza e da Hezbollah in Libano". "Se il regime sionista dovesse ripetere i suoi errori e avviare un'operazione militare, allora - ha minacciato - dovrebbe essere combattuto con tutte le forze per esser distrutto una volta per sempre". Ahmadinejad, che ha spesso minacciato di voler cancellare "il regime sionista dalle mappe geografiche", ha aggiunto che l'Iran rimarrà al fianco di Siria, Libano e Palestina.

Frattini: "No a violenze e repressioni". "Ci appelliamo un'ennesima volta" alle autorità iraniane "affinché non accadano quelle orribili scene di violenza e di repressione poliziesca che abbiamo visto in passato" a Teheran, ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenuto questa mattina a Unomattina su RaiUno. "La nostra preoccupazione è molto forte", ha sottolineato il titolare della Farnesina. "Anche a noi risultano i primi scontri, un segnale preoccupante", ha aggiunto, "non ci aspettiamo niente di buono" per la giornata. Ma un'azione militare contro l'Iran sarebbe "una catastrofe per il mondo intero", ha ribadito Frattini. Bisogna invece percorrere la strada delle "sanzioni condivise ed effettive" per convincere Teheran a sedersi a un tavolo negoziale.

Aiea: a giorni partita di uranio più arricchito. Un documento strettamente riservato dell'Aiea riferisce che l'Iran produrrà la sua prima partita di uranio arricchito a un livello più alto "nel giro di pochissimi giorni", ma la produzione rimarrà modesta per ora.

(11 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Esteri

 

Iran, l'occhio dei blogger sulla rivolta

L'Onda verde contro le celebrazioni

Il web: due morti a Teheran, uno a Shiraz

Leyla Zarei, una ragazza di 27 anni, è morta con un colpo di pistola oggi nel corso degli scontri con le milizie Basiji. A riferirlo è stato il tam tam su Twitter. Una seconda vittima è stata contata a Shiraz e un'altra persona, non ancora identificata, sarebbe stata uccisa a piazza Shahrak Gharb. Aggredita da guardie armate di manganelli Zahra Rahnavard, moglie del leader riformista, Mir-Hossein Mousavi. Il regime non permette ai media stranieri di seguire le manifestazioni di piazza. La diretta della protesta a Teheran, Isfahan, Mashhad e Ahvaz vista dalla rete

16:39 Google conferma oscuramernto e problemi

Google ha confermato che i problemi alla linea e, soprattutto, al servizio di posta elettronica Gmail non dipendono da un problema tecnico.

16:37 Roma, proteste di solidarietà contro il regime di Teheran

A Roma in Piazza Montecitorio un gruppo di manifestanti si sono uniti per protestare ancora una volta contro il regime di Teheran, in concomitanza con l'anniversario della rivoluzione islamica. Un'altra manifestazione, indetta da studenti iraniani, è in programma a Piazza Repubblica. Slogan come 'Morte al regime, morte ad Ahmadinejad', hanno guidato la manifestazione, accompagnata dalle foto dei dimostranti rimasti uccisi nei mesi scorsi in Iran. Unanime la solidarietà dei parlamentari italiani intervenuti.

16:07 L'appello dell'avvocato premio Nobel, Ebadi: "La protesta sia pacifica"

L'avvocato Nobel iraniana Shirin Ebadi, ha lanciato oggi un appello alla popolazione iraniana affinchè manifesti "in modo pacifico". In un articolo per la Cnn, la Ebadi ha poi sottolineato come in Iran "la censura esista nelle sue forme più estreme". "Sono stati chiusi tutti i giornali - ha scritto l'avvocato - lasciando in piedi solo le testate governative". Inoltre, ha aggiunto il Nobel, "nei momenti di maggiore protesta vengono anche interrotte le comunicazioni telefoniche mobili". Non solo, il governo è intervenuto attraverso tecnologia a microonde per bloccare segnali satelitari - ha aggiunto l'avvocato - "mettendo anche a serio rischio la salute pubblica".

15:54 Sito pubblica il nome dell'assassino della ragazza di 27 anni

Il sito 'Persian2English' segnala che ad aver ucciso la ragazza di 27 anni, Leila Zareyi, sarebbe stata la guardia Rahim Rezaei.

15:46 Cento arresti a Mashad e venti a Shiraz

Secondo quanto riferisce il sito web d'opposizione 'Peykeiran' sono circa cento gli arresti a Mashad, nell'Iran nordorientale, e 20 a Shiraz, nell'Iran centromeridionale. Il sito web 'Persian2English' sostiene che un numero imprecisato di oppositori è stato arrestato anche a Isfahan, nell'Iran centrale, dove i testimoni hanno raccontato che le forze di sicurezza sono state particolarmente violente.

15:37 La moglie di Mousavi aggredita a Teheran

Zahra Rahnavard, moglie del leader riformista, Mir-Hossein Mousavi, è stata aggredita a Teheran, in piazza Sadeghieh. Secondo testimoni oculari, citati dal sito web d'opposizione 'Kaleme.org', la Rahnavard è stata anche presa a calci da un "gruppo di Basiji armati di manganelli" che l'hanno colpita alla testa e alla schiena. Solo l'intervento di sostenitori della donna, che hanno formato una catena umana intorno alla moglie del leader riformista, ne ha reso possibile la fuga.

15:33 Mousavi e l'ex presidente Rafsanjani alle manifestazioni

Il leader riformista iraniano Mir-Hossein Mousavi e l'ex presidente Ali Akbar Rafsanjani hanno partecipato alle manifestazioni di oggi. Mousavi, riferisce il sito riformista 'Iran Green Voice' citando testimoni oculari, si è unito ai manifestanti contro il governo in corso nella capitale. Rafsanjani, invece, è apparso in piazza Azadi a Teheran tra i sostenitori del governo, mentre era in corso l'intervento del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. La presenza di Rafsanjani è accertata da alcune foto pubblicate dall'agenzia d'informazione 'Ilna'.

15:23 A Milano presidio 'verde' contro le esecuzioni

Il colore verde, simbolo delle proteste dopo la rielezione a presidente dell'Iran di Mahmoud Ahmadinejad, predomina nel presidio indetto dai sindacati confederali in piazza Duomo a Milano per chiedere a Teheran di "fermare le esecuzioni". I partecipanti, circa 30 e in prevalenza studenti iraniani degli atenei milanesi, hanno urlato "Libertà per l'Iran" e "Morte al dittatore". A due passi dal Consolato della Repubblica islamica, i ragazzi hanno imbracciato cartelli che chiedevano, in inglese, "la liberazione degli studenti incarcerati" dopo le manifestazioni antigovernative a Teheran, di "fermare le esecuzioni", oltre allo slogan del movimento 'verde': "Dove è il mio voto". I sindacati hanno detto di essere contro "la decisione del governo iraniano di eseguire altre nove condanne a morte di dissidenti, le continue violazioni dei diritti politici e sindacali e le discriminazioni delle donne e delle minoranze etniche e religiose".

15:13 Farnesina: nessuna presenza diplomatica italiana alle celebrazioni

Secondo quanto si è appreso, alle celebrazioni di oggi a Teheran per il 31mo anniversario della Repubblica islamica non ha partecipato alcun rappresentante diplomatico di Italia, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Germania, Austria, Danimarca. Spagna, presidente di turno dell'Ue, Irlanda, Cipro e Repubblica Ceca erano rappresentati a livello di incaricati d'affari, mentre Belgio, Portogallo, Bulgaria, Romania, Polonia, Finlandia, Svezia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria e Grecia a livello di ambasciatori.

15:08 Karroubi ferito al volto

Karroubi è stato ferito al volto ed è stato visto andare via con bruciature sul volto. La sua auto era stata precedentemente circondata dalla folla. Lo ha postato un blogger su Twitter.

14:50 Blogger: continuano gli arresti

Naghmeh, Taraneh Ghanouni e Riyaz Firoozmandi sono stati arrestati. Lo dice un blogger su Twitter.

14:47 I tre no della Farnesina a Teheran

"No al diniego all'opposizione di dimostrare pacificamente; no alla repressione violenza sui civili; no alle interferenze negli affari interni iraniani". La Farnesina ha ribadito così la "politica dei tre no" dell'Italia all'Iran. L'Italia, ha detto il portavoce Maurizio Massari, "ritiene che sia nell'interesse delle autorità iraniane mantenere un dialogo aperto con l'opposizione e di essere rispettati e non temuti dai propri cittadini".

14:42 Twitter: Elicotteri sopra la protesta

Dalla piazza arrivano rumori e urla. I cori e il frastuono dei manifestanti sono sovrastati dagli elicotteri in volo basso sopra la protesta.

14:38 Twitter, arrestato segretario dell'associazione islamica Sharif U

Tara Sepehrifar, segretario dell'associazione islamica Sharif U, è stata arrestata. La notizia è stata postata su Twitter.

14:21 Twitter: sono due morti a Teheran e uno a Shiraz

Due morti a Teheran e uno a Shiraz, nell'Iran centrale. E' il bilancio provvisorio e non ufficiale delle proteste fornito dai blogger iraniani su 'Twitter'. Mentre sta prendendo sempre più consistenza la notizia della morte di Leila Zarei, 27 anni, che sarebbe stata colpita da una pallottola nei pressi di piazza Vali Asr, a Teheran, ci sono notizie di un'altra persona, non ancora identificata, uccisa sempre nella capitale, a piazza Shahrak Gharb. Blogger iraniani riferiscono infine che anche a Shiraz ci sarebbe una vittima delle proteste esplose oggi in concomitanza con il 31esimo anniversario della Rivoluzione Islamica.

14:20 L'appello di Frattini: "perché non si ripetano scene di violenza"

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è detto "molto preoccupato" per gli scontri a Teheran e ha fatto appello all'Iran "perchénon si ripetano le orribili scene di violenza e repressione poliziesca del passato".

14:18 Ahmadinejad : l'Iran è "un Paese nucleare"

Nel suo discorso Ahmadinejad ha annunciato che ormai l'Iran è "un Paese nucleare". Il presidente ha spiegato che l'Iran ha intenzione di "triplicare a breve la sua produzione" di uranio al 3,5 per cento e ha già completato la prima partita di uranio arricchito al 20 per cento. Ahmadinejad ha anche assicurato che il suo Paese ha la capacità di arricchire l'uranio a più dell'80 per cento, ma che per il momento non è interessato ad arrivare a quel livello. L'arricchimento necessario per alimentare centrali nucleari è tra il 3,5 e il 5 per cento, mentre per costruire un ordigno atomico è necessario aumentarlo oltre il 90 per cento; ma una volta arrivati al 20 per cento, il passaggio ulteriore è breve perché la tecnologia è la stessa. Intanto un documento riservato dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha confermato che l'Iran produrrà la sua prima partita di uranio arricchito a un livello più alto "nel giro di pochissimi giorni", anche se per ora la produzione rimarrà modesta.

14:17 Karroubi costretto a rientrare

Il sito Parleman News ha scritto che Karroubi è stato costretto a rientrare a casa. Secondo i blogger, aveva problemi di respirazione per i gas lacrimogeni nell'aria

14:15 L'Onda verde contro le celebrazioni

L'Onda verde è tornata in piazza per la prima volta dalla repressione del 27 dicembre e otto mesi dopo l'inizio delle proteste per la contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad.

14:08 Twitter: la polizia arresta due veterani

Due veterani disabili molto vicini a Karroubi (Askarian e Ahmad Nejad) sono stati arrestati. La notizia è apparsa su FriendFeed.

13:59 La Farnesina: l'ambasciatore italiano a Teheran non sarà richiamato

Il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari ha ribadito che: "Non esiste l'opzione del richiamo dell'ambasciatore italiano a Teheran". Secondo quanto dichiarato da Massari, "speriamo che questi avvenimenti di oggi possano convalidare la linea della reazione contenuta da parte delle autorità iraniane".

13:57 Scontri anche a Shiraz, a Mashhad e a Ahwaz

Scontri fra dimostranti e miliziani basiji sono in corso nel centro di Shiraz, nell'Iran sud-orientale, e a Mashhad, nell'est. A Shiraz, come a Teheran, le forze di sicurezza sparano proiettili di vernice per poter identificare i dimostranti. A Isfahan, nell'Iran centrale, migliaia di dimostranti si sono radunati da una parte e dall'altra del ponte Si-o-Seh Pol scandendo slogan come "Allah u-Akbar" e "Ya Hussein, Mir Hossein" (in riferimento al leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi). Manifestazioni sono in corso anche ad Ahwaz, nel sud del Paese, dove i sostenitori dell' 'Onda Verde' scandiscono lo slogan "Morte al dittatore".

13:56 Manifestanti in gruppo verso il palazzo della tv di Stato

Il carcere di Evin è divenuto un simbolo dell'opposizione: è in questo penitenziario sono infatti imprigionati la gran parte dei detenuti politici. Un altro gruppo si è diretto verso il palazzo della tv di Stato: anche lì, come in molte altre parti della capitale, testimoni riferiscono di duri scontri tra forze dell'ordine e manifestanti.

13:51 Su YouTube il video della protesta davanti al carcere

Il video pubblicato su Youtube mostra i dimostranti dell'opposizione mentre intonano "Morte al dittatore" e lanciano sassi contro le forze di sicurezza schierate di fronte al carcere di Evin a Teheran. Molti hanno il volto coperto dalle sciarpe verdi simbolo del movimento di protesta, alcuni armati con mazzafionde. Nel video si sentono molte grida, e qualche colpo presumibilmente collegato al lancio di lacrimogeni da parte della polizia.

13:46 Veltroni su Facebook: "I riformisti in Iran sono carne della nostra carne"

I riformisti iraniani sono "carne della nostra carne", ha scritto Walter Veltroni in un 'post' pubblicato su Facebook. "I riformisti in iran, carne della nostra carne".

13:45 Bloccato dal regime anche il servizio di posta Gmail

Il regime ha bloccato anche il servizio di posta elettronica Gmail, molto usato dall'opposizione. Google ha confermato almeno in parte la notizia, che era stata data ieri sera da Wall Street Journal. Tre principali siti governativi iraniani, Farsnews, Irna e Presstv, da stamattina non sono accessibili al pubblico. Secondo i siti riformisti Rahesabz e Cyrusnews, gli hacker dell'opposizione sarebbero riusciti a oscurare momentaneamente questi tre siti filogovernativi.

13:43 Twitter: proiettili di vernice per individuare gli oppositori

Gli agenti starebbero utilizzando proiettili di vernice per poi poter individuare gli oppositori. Secondo alcuni 'twit' 'ci sono almeno dieci feriti nei pressi di Arya-Shahr'. Secondo quanto riferisce la Cnn, inoltre, la polizia in assetto anti-sommossa ha sparato in aria e lanciato lacrimogeni per disperdere la folla a Isfahan.

13:41 Aumenta la folla in piazza Azadi

Intorno alla piazza Azadi e in varie altre aree della capitale è ingente lo spiegamento di forze di sicurezza, sia polizia sia miliziani islamici Basiji, che negli ultimi otto mesi hanno partecipato attivamente alla repressione delle proteste. Tutte le vie d'accesso alla piazza sono stretto controllo degli agenti fin da ieri. I partecipanti ai cortei ufficiali gridano slogan di sostegno alla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, oltre che 'Morte a Israele' e 'Morte all'America', sventolando migliaia e migliaia di bandierine nazionali iraniane.

13:32 Scontri in corso davanti alla prigione di Evin

La massiccia repressione che ha imposto misure dracononiane ai media e ai collegamenti Internet e telefonici non sta impedendo che alcune notizie sulle proteste dell'opposizione filtrino in Occidente. Secondo i blog, scontri sono in corso anche davanti alla prigione di Evin, a nord di Teheran: in un video apparso su Youtube si vedono manifestanti che lanciano pietre, scandiscono slogan contro le forze dell'ordine e si sentono colpi d'arma da fuoco.

13:31 Blogger, manifestanti bruciano le bandiere

Secondo i messaggi postati su Twitter, alcuni manifestanti hanno bruciato delle bandiere e gridato slogan contro il regime durante il discorso pronunciato dal presidente Ahmadinejad.

13:23 Arrestati il nipote di Khomeini e il figlio di Karoubi

Zahra Esharaqi, nipote del fondatore della Repubblica islamica, il grand ayatollah Khomeini, è stata arrestata insieme a suo marito, Mohammed Reza Khatami, fratello dell'ex presidente riformista Mohammed Khatami. L'arresto, che non è stato confermato nè smentito ufficilamente da fonti ufficiali, sarebbe avvenuto nel centro di Teheran, quando entrambi si dirigevano alle manifestazioni convocate nella capitale. Le stesse fonti dell'opposizione hanno riferito dell'arresto di Ali Karoubi, uno dei leader dell'opposizione che avevano denunciato i brogli nelle elezioni del 2009.

13:22 Polizia blocca l'opposizione mentre va verso piazza di Teheran

Alcuni gruppi di oppositori iraniani hanno dichiarato di esser stati bloccati dalle forze di sicurezza iraniana mentre tentavano di raggiungere la piazza di Teheran in cui si stanno svolgendo le celebrazioni per il 31esimo anniversario della Repubblica Islamica. Alcuni manifestanti avrebbero gridato ''Morte al Dittatore''.

13:04 Continua la protesta descritta, e i post la descrivono

Su Twitter la descrizione della protesta è veloce. I cori delle persone, il caos, e nell'aria rumore di spari. Intorno al mondo, in altri 44 Paesi, la gente sta protestando davanti alle ambasciate, il tam tam della rete è continuo. Le fonti comunqui sono le emittenti radio.

12:57 Blogger, uccisa ragazza di 27 anni

Leila Zarei, 27 anni, è stata uccisa oggi a Teheran, nel corso delle proteste scoppiate tra manifestanti riformisti e forze di sicurezza, in occasione delle celebrazioni per il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica. Lo hanno riferito blogger iraniani sul social network 'Twitter'. La stessa notizia è stata poi data via telefono alla radio 'Epersian' da un ascoltatore che sta partecipando alle proteste. Nessun organo ufficiale ha ancora confermato la notizia della morte della ragazza.

 

 

L'UNITA'

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2010-02-11

Iran, spari sulla folla in piazza. Aggrediti i leader riformisti. "Uccise tre persone". Ahmadinejad: Obama servo di Israele

Si surriscalda il clima a Teheran, nel giorno del 31esimo anniversario della Rivoluzione Islamica. Leila Zarei, 27 anni, sarebbe stata uccisa oggi a Teheran, nel corso delle proteste scoppiate tra manifestanti riformisti e forze di sicurezza, in occasione delle celebrazioni per il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica. E in altre piazze avrebbero perso la vita anche altre due persone. Lo hanno riferito blogger iraniani sul social network 'Twitter'.

La stessa notizia è stata riferita via telefono alla radio 'Epersian' da un ascoltatore che sta partecipando alle proteste. Nessun organo ufficiale ha ancora confermato la notizia della morte della ragazza.

Un sito web dell'opposizione ha riferito che le forze dell'ordine hanno sparato colpi d'arma da fuoco e lanciato gas lacrimogeni contro sostenitori di Mirhossein Moussavi, durante una manifestazione organizzata dall'"onda verde". Attaccata anche l'auto di uno dei leader dell'opposizione, Mehdi Karoubi: infranti i finestrini e picchiato il leader riformista, che sarebbe ferito alla testa. Lo stesso sito Jaras ha riferito che le forze dell'ordine hanno preso di mira anche l'ex presidente Mohammad Khatami, costretto poi a lasciare la manifestazione.

A Teheran sono stati arrestati una nipote dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini e suo marito. La notizia arriva da fonti dell'opposizione, le stesse che riferiscono dell'arresto di un figlio del leader dell'opposizione, Mehdi Karoubi.

Decine di migliaia di persone sono nelle strade di Teheran per celebrare il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica: con bandiere iraniane e immagini che ritraggono il leader Supremo della Rivoluzione, Ali Khamenei, la folla imponente si è riversata nelle strade che portano a piazza Azadi (la piazza della Libertà), in pieno centro della capitale, per ascoltare il discorso del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Per soffocare eventuali proteste, mescolati tra la folla ci sono anche poliziotti, uomini delle Guardie Rivoluzionarie e miliziani Basij.

Ahmandinejad intanto ha reso notp che l'arricchimento del primo 'pacchetto' di uranio arricchito al 20% è stato completato nel

sito di Natanz, in Iran. Le operazioni per l'arricchimento erano cominciate martedì, dopo che l'Iran, nei mesi scorsi, aveva rifiutato una proposta d'accordo con le grandi potenze per fare arricchire all'estero l'uranio, che necessita per alimentare un reattore con finalità mediche a Teheran. "In cambio - ha affermato Ahmadinejad, parlando davanti a centinaia di migliaia di persone nel 31.o anniversario della rivoluzione - volevano portarci via il nostro uranio arricchito a più bassi livelli. Un segno del loro atteggiamento

egemonico". L'Iran, ha inoltre detto Ahmadinejad, ha le capacità di arricchire l'uranio anche oltre il 20%, ma non lo farà.

Duro attacco poi a Barack Obama che, a suo giudizio, sta "perdendo le chance di cambiare la politica Usa ed è asservito agli interessi di Israele. "Sfortunatamente, la speranza di un cambiamento (nella politica statunitense) sta rapidamente scemando in delusione", ha detto Ahmadinejad dinanzi a migliaia di sostenitori riuniti a piazza Azadi, a Teheran, per le commemorazioni del 31esimo anniversario dalla cacciata dello Scià. "Obama sta perdendo le opportunità e non si muove correttamente: sta andando in una direzione che è contro i suoi interessi, gli interessi del popolo iraniano ed è in linea con le volontà sionisti".

Il presidente ha messo poi in guardia Israele dal dare il via a una nuova operazione militare nello scacchiere mediorientale perchè in quel caso -ha detto- sarà distrutto per sempre. In una conversazione telefonica avvenuta mercoledì sera, alla vigilia del 31esimo annivesario della Rivoluzione Islamica, con il presidente siriano, Bashar al-Assad, Ahmadinejad ha sostenuto di avere "informazioni attendibili" sul fatto che Israele voglia "trovare un modo per compensare le ridicole sconfitte (subite) dalla popolazione di Gaza e da Hezbollah in Libano". "Se il regime sionista dovesse ripetere i suoi errori e avviare un'operazione militare, allora -ha minacciato- dovrebbe essere combattuto con tutte le forze per esser distrutto una volta per sempre". Ahmadinejad, che ha spesso minacciato di voler cancellare "il regime sionista dalle mappe geografiche", ha aggiunto che l'Iran rimarrà al fianco di Siria, Libano e Palestina.

In Italia il ministro Frattini si è detto preoccupato per le manifestazioni: Teheran eviti la repressione. "Ci appelliamo un'ennesima volta affinche non accadano quelle orribili scene di violenza e repressione polziesca che abbiamno visto in passato".

11 febbraio 2010

 

 

 

 

I punti chiave del discorso del presidente

Questi i principali punti del discorso pronunciato oggi dal presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad nel 31.o anniversario della rivoluzione.

NUCLEARE: La produzione del primo 'pacchettò di uranio arricchito al 20% è stata completata nell'impianto di Natanz. L'Iran ha la possibilità di arricchire l'uranio anche a livelli ben superiori, arrivando oltre l'80% necessario per costruire ordigni nucleari. Ma non lo farà, perchè non vuole dotarsi di bombe atomiche. Le potenze occidentali usano le questioni del nucleare e dei diritti diritti umani come "pretesti" perchè "vogliono eliminare la libertà e l'indipendenza dell'Iran".

ISRAELE: "Il regime sionista si sta avvicinando alla sua distruzione", ha detto Ahmadinejad, ribadendo un'affermazione già più volte fatta.

USA: Il presidente Barack Obama "sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto", cambiando le politiche del suo predecessore, George W. Bush. "Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo

americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush - ha affermato Ahmadinejad - non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo l'occasione di agire in modo corretto".

FINE DEL CAPITALISMO: Il sistema capitalistico delle "potenze egemoniche", cioè l'Occidente, "sta arrivando alla

fine" e sta ormai vivendo "gli ultimi giorni".

11 febbraio 2010

 

 

 

Shirin Ebadi: protestate in modo pacifico

L'avvocatessa iraniana Shirin Ebadi, Nobel per la Pace 2003, ha lanciato un forte appello al popolo iraniano perchè manifesti in modo pacifico alle celebrazioni di oggi a Teheran per il 31.mo anniversario della rivoluzione islamica. Ebadi, che domani andrà a Ginevra per esaminare la situazione in Iran presso il Consiglio Onu per i diritti dell'Uomo, è intervenuta alla radio francese France Info. L'avvocato premio Nobel, in esilio in Europa, ha lasciato l'Iran poco prima della contestata rielezione dell'attuale presidente

Mahmud Ahmadinejad.

11 febbraio 2010

 

 

 

Mehdi Khalaji: Khamenei e Ahmadinejad sempre più soli

di Gabriel Bertinettotutti gli articoli dell'autore

Un regime in agonia. È l’impressione che si ricava dal colloquio con Mehdi Khalaji, teologo e politologo iraniano. "La situazione attuale ricorda gli ultimi giorni dello Shah".

Cos’è la crisi iraniana, prof. Khalaji? Un conflitto fra linee politiche (riformisti contro conservatori, duri contro moderati), o fra diverse visioni del sistema politico stesso? In altre parole l’opposizione mette in discussione le basi stesse della Repubblica islamica?

"Il movimento verde, eterogeneo, è unito su alcuni obiettivi di fondo. In primo luogo chiede un nuovo sistema di voto che garantisca elezioni corrette in futuro. La richiesta deriva dalla valutazione che le presidenziali di giugno non siano state manipolate solo al momento dello spoglio, e che l’intero processo elettorale vada perciò cambiato. Altra rivendicazione comune riguarda il rilascio dei detenuti politici e garanzie di piena libertà democratica. L’opposizione esige anche la punizione dei funzionari rei di violenze, torture, stupri ai danni degli arrestati, l’applicazione delle più elementari norme di uno stato di diritto. Ma nel movimento verde ci sono anche opinioni divergenti. Per alcuni la radice dei problemi iraniani sta nella mancata applicazione della Costituzione e delle leggi vigenti. Per altri la Costituzione stessa è parte del problema, perché poggia sul principio dell’autorità assoluta della Guida suprema, e perché giustifica discriminazioni di religione e sesso. In ogni caso però anche i fautori di un cambiamento di regime vogliono perseguire l’obiettivo in modo pacifico. Abbiamo sperimentato la violenza dei gruppi più diversi: islamisti, di sinistra, filo e anti-governativi. Ne abbiamo abbastanza".

Un numero crescente di dirigenti politici e religiosi si aggregano all’opposizione. Ahmadinejad e Khamenei sono isolati?

"È così. Nelle fasi di declino, le ideologie perdono significato e subentra il culto della personalità. Accade oggi in Iran con Khamenei, per il quale l’adesione all’ideologia islamica è ormai cosa secondaria rispetto alla lealtà personale nei suoi confronti. La sua regola di giudizio è: o sei con me o sei contro. Così finiscono sotto attacco anche rivoluzionari della prima ora, che passano all’opposizione perché non possono accettare quella persona come rappresentante autentico dell’ideologia in cui credono. Cresce un fossato fra Khamenei e chiunque osi criticarlo".

E Ahmadinejad?

Lui verso Khamenei si accredita come colui che, fra tante fazioni, è a capo di quella a lui più fedele. Ecco perché la Guida suprema ritiene che il proprio destino politico sia ormai legato al presidente, lo appoggia in maniera incondizionata, e non tollera obiezioni alle sue scelte. Molti degli stessi conservatori tentano invano di fargli capire che in quel modo danneggia se stesso e la Repubblica islamica. Il cerchio di sostenitori si restringe sempre più intorno a Khamenei, che è sempre più solo. Legandosi strettamente ad Ahmadinejad e facendone quasi l’essenza della Repubblica islamica, la Guida suprema, al di là delle proprie intenzioni sta rimpolpando i ranghi avversari".

È vero che il regime sopravvive soprattutto grazie al sostegno degli apparati militari e di sicurezza?

"Khamenei non è mai stato popolare negli ambienti religiosi, perché non era lui il successore naturale di Khomeini. Quando ha visto che non poteva contare nemmeno su un largo appoggio politico, ha cercato una sponda fra i militari, dando loro molto potere, anche economico. Un terzo dell’economia nazionale è in mano ai Pasdaran. La legittimità di Khamenei è offuscata, il suo potere limitato. La scelta elettorale pro Àhmadinejad è stata un errore pericoloso, ed ora sta perdendo potere. La situazione è simile a quella che ci fu negli ultimi anni dello Shah, che aveva le forze armate più sviluppate di tutto il Medio oriente, ma sbagliò nel puntare unicamente sul loro aiuto. Non bastano truppe e prigioni per governare. Anche le istituzioni religiosi e politiche hanno il loro peso. Khamenei sta vivendo in un castello di illusioni".

Si può dire che Pasdaran e milizie Basiji siano insieme il punto di forza e di estrema debolezza del regime?

"Esatto. Tanto più che non tutti i militari sono pronti ad obbedire a qualunque ordine. Il 27 dicembre, giorno dell’Ashura, molti ufficiali e soldati si sono rifiutati di sparare sulla folla. Li hanno arrestati e processati. Se la crisi si aggrava, non so fino a quando Khamenei e Ahmadinejad potranno contare sui generali per reprimere la protesta. La loro disponiblità non è illimitata, così oggi come ai tempi dello Shah. Tra l’altro a un certo punto i Pasdaran potrebbero valutare se sia più importante quello che Khamenei dice loro di fare, oppure la cura dei loro interessi economici privati".

Inizialmente Ahmadinejad aveva seguaci in parte dei ceti popolari, i poveri delle periferie urbane, gli abitanti delle aree rurali, le persone meno istruite etc. La crisi attuale sta intaccando gli schieramenti sociopolitici tradizionali?

"Qualcosa sta mutando. Il populismo di Ahmadinejad ha funzionato nei primi anni della sua presidenza. Ora però gli iraniani vedono che le promesse non sono state mantenute. Il prezzo del carburante è salito, certi sussidi sono stati eliminati, crescono inflazione e disoccupazione. La formula populista ha prodotto illusioni e delusioni. Così l’opposizione guadagna terreno ben oltre i confini del ceto medio urbano. Il malcontento si estende".

La comunità internazionale discute nuove sanzioni economiche contro Teheran a causa del suo programma nucleare. Che effetto potrebbero avere sull’economia iraniana e sugli assetti politici interni?

"Dipenderà dal tipo di sanzioni. Se fossero a tutto campo avrebbero un impatto negativo. Diverso l’effetto se venissero indirizzate su bersagli specifici, in particolare i Pasdaran, per indebolirne la forza economica e militare. I Verdi non sono ostili ai Pasdaran come istituzione, ma al ruolo politico ed economico che sono venuti ad assumere. L’opposizione vuole che le Guardie rivoluzionarie facciano il loro dovere nella difesa del territorio, ma non si impiccino nelle faccende politiche e nella gestione di attività economiche, perché questo aumenta la corruzione e indebolisce l’imprenditoria privata. Se le sanzioni vengono ben mirate, saranno efficaci".

Cosa riserva il prossimo futuro? Una rivolta violenta, un repressione ancor più feroce, l’implosione del regime?

"È poco probabile un compromesso fra Khamenei e i Verdi. Le autorità possono scatenare un attacco indiscriminato all’opposizione. Oppure il regime si sfascia, e in tal caso o emergono i Pasdaran attraverso un colpo di Stato, oppure si impone l’opposizione. In ogni scenario comunque è certo che Khamenei perda potere. Già ora di fatto non è più la Guida suprema, è sempre più un soggetto politico fra tanti altri. Chiunque vinca, lui ha già perso. Ora io penso che l’Occidente abbia un ruolo importante da svolgere nel dare forma al futuro dell’Iran. Se intacchi la forza dei Pasdaran, calano le probabilità che possano prendere il potere. Se le forze armate sono indebolite, avranno spazio i civili, sia quelli vicini al governo che gli avversari".

Khamenei sconfitto in ogni caso. E Ahamdinejad può svolgere un ruolo autonomo?

"No. Sono i Pasdaran a comandare. Per ora hanno bisogno di lui e di Khamenei per trarne rispettivamente legittimità politica e religiosa. Ma nel momento in cui quella doppia legittimità vacilla, i Pasdaran non avranno esitazioni a mettersi in proprio".

11 febbraio 2010

 

 

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